STORIA DI UN PIATTO SIMBOLO DELLA TRADIZIONE MARINARA
STORIA DI UN PIATTO SIMBOLO DELLA TRADIZIONE MARINARA
Numerose varianti, profumi, interpretazioni e storie circondano, da sempre, il brodetto, piatto povero della tradizione marinara mediterranea, italiana, marchigiana.
Il brodetto – che fa parte della storia di Fano, quanto cultura, mura, chiese e antiche vestigia – è nato a bordo dei pescherecci come pesce “povero”. Per realizzarlo, i pescatori utilizzavano i pesci non idonei alla vendita per dimensioni o perché rovinati dalle reti. Senza essere sfilettati venivano cucinati in un tegame con olio, cipolla, concentrato di pomodoro e aceto. Il tutto veniva accompagnato con il pane raffermo.
Una ricetta semplice e versatile per un piatto che sarebbe potuto finire nel passato gastronomico marchigiano se Confesercenti Pesaro e Urbino non avesse avuto l’intuizione, 18 anni fa, di rilanciarlo, rendendogli onore, con il Festival e con l’iniziativa “FuoriBrodetto” che, per un mese, coinvolge i ristoranti di Pesaro e Urbino nel proporlo a prezzo convenzionato.
Eviscerare e pulire il pesce.
In una casseruola bassa e larga (circa cm 40 di diametro) soffriggere, in olio extravergine d’oliva, la cipolla e l’aglio tritati. Diluire il concentrato di pomodoro in acqua e aceto e aggiungerlo al soffritto.
Appena ripreso il bollore, aggiungere le seppie e poi gli altri pesci, eccetto le canocchie, in sequenza iniziando da quelli più grossi, salare, pepare e far cuocere per 20-25 minuti.
Gli ultimi 5 minuti aggiungere le canocchie e servire ben caldo.
Servire con delle fette di pane abbrustolito.